Scarsità e valore delle scarpe Air Jordan e Bitcoin
Il concetto di scarsità è profondamente radicato nel nostro modo di valutare le cose. La sensazione di possedere qualcosa di unico, esclusivo e difficile da ottenere conferisce un senso di valore e autostima. Questo principio di scarsità si estende a molte aree della nostra vita, inclusi il mondo della moda e le criptovalute. In quest’articolo esaminiamo l’analogia tra scarsità e valore delle scarpe Air Jordan e Bitcoin
Prendiamo ad esempio le scarpe Air Jordan, una delle linee di calzature più iconiche e di successo al mondo. Prodotta dall’azienda Nike e ispirata al famoso ( GOAT) giocatore di pallacanestro Michael Jordan, questa linea di scarpe è caratterizzata da modelli esclusivi e limitati. Ciò significa che non tutti possono avere accesso a queste scarpe. I negozi spesso organizzano rilasci speciali e concerti per permettere ai fan di acquistarle. La loro scarsità porta ad un aumento del desiderio e, come risultato, ad un aumento del prezzo sul mercato.
Il fenomeno delle sneakers limitate ha raggiunto livelli straordinari. Collezionisti e appassionati di tutto il mondo competono per ottenere un paio di queste scarpe rare. A volte i prezzi possono raggiungere cifre astronomiche, con persone disposte a spendere migliaia di euro per avere l’opportunità di indossare o collezionare un paio di Jordan esclusive. Come ovvio intuire non è un limite intrinseco dell’azienda Nike nel costruire più esemplari dello stesso modello, ma dichiaratamente ne limita l’offerta. Si può discuterne la follia non solo dei nuovi modelli ogni anno ( al pari del rilascio del nuovo iPhone) ma il solo cambio di colorazione può dare più o meno valore nel tempo attraverso l’incontro tra domanda ed offerta sopratutto in marketplace dedicati. L’azienda vende sempre allo stesso prezzo ma la quantità cambia di volta in volta. Chi si aggiudica un’estrazione alla lotteria mondiali degli interessati vince la possibilità di acquistare la scarpa.
Ma cosa c’entra la scarsità delle Air Jordan con il Bitcoin?
Bitcoin è considerata una valuta digitale decentralizzata, il che significa che non è controllata da una banca centrale o da un’autorità. È progettata per essere limitata nel numero di monete create, con un massimo di 21 milioni di Bitcoin che possono essere messi in circolazione. Questo è un esempio chiaro di scarsità digitale. Ogni volta che un nuovo Bitcoin viene estratto, diventa sempre più difficile e costoso produrne altri. L’offerta limitata per default svolge un ruolo importante nel valore di Bitcoin.
Similarmente alle scarpe Air Jordan, la scarsità di Bitcoin contribuisce ad aumentare il suo valore. È un bene digitale che è impossibile replicare all’infinito, il che lo rende desiderabile e prezioso per molti investitori e appassionati, nonché il primo prodotto digitale non replicabile attraverso un copia/incolla. Giusto come una coppia di Air Jordan limited edition, il possedere Bitcoin può dare una prospettiva di apprezzamento di valore nel tempo.
Un’altra similitudine tra le due è la comunità che si è formata attorno a esse. Gli appassionati di Air Jordan e gli acquirenti di Bitcoin condividono una passione comune e spesso trovano modi creativi per scambiare, condividere e discutere i loro beni. Questa comunità è responsabile della creazione di mercati secondari, dove le persone possono acquistare e vendere le loro scarpe Air Jordan rare o scambiare Bitcoin.
Codice aziendale vs codice in linea
In conclusione, le scarpe Air Jordan e Bitcoin condividono una connessione interessante nel contesto della scarsità e del valore. Entrambi rappresentano l’idea di possedere qualcosa di unico e difficile da ottenere. Cosa succederebbe se un giorno i vertici di Nike, magari passando per un ipotetico momento di crisi aziendale/finanziaria, decidessero di inondare il mercato dell’offerta?
Cioè cosa succederebbe in sostanza se invece che 10.000 paie di Jordan4 blu ed azzurrino, di punto in bianco decidessero di metterne a disposizione 1.000.000? Non è un codice qui che fa il padrone ma CEO, ovvero umani che al variare del contesto possono cambiare le regole del gioco. Lo stesso non può valere per Bitcoin: per un cambio nell’algoritmo la maggior parte dei partecipanti deve essere d’accordo decidendo liberamente se aggiornare la versione del nodo con l’ultima release oppure opporsi e stare con le vecchie regole. Massima libertà e trasparenza. Che fine hanno fatto tutti i fork di Bitcoin che si spacciavano per l’alternativa “giusta” ?