Il Crac di Terra Luna non è riuscito a sconfiggere Bitcoin

Il Crac di Terra Luna non è riuscito a sconfiggere Bitcoin

Il Crac di Terra Luna non è riuscito a sconfiggere Bitcoin

La mossa finanziaria di grandi speculatori per mettere in crisi UST ( stablecoin TerraUST ) e l’atro token LUNA è riuscito. Ma il vero obiettivo come si può immaginare era forse un altro: distruggere Bitcoin. Il crac di Terra Luna fa emergere ancora una volta la precarietà del sistema centralizzato di cui la fondazione Terra Luna si basava( il che probabilmente ha influito sulla disfatta di Celsius). Bitcoin anche se è ha subito destabilizzazioni di prezzo nel breve periodo, è ancora vivo a differenza delle citate Terra Luna ed i suoi algoritmi e funzionalità non sono cambiati confermando l’alta resilienza.

Come funzionava la stablecoin algoritmica TerraUST

TerraUST era una definita stablecoin algoritmica ( letteralmente moneta tenuta “stabile” da un algoritmo – aggettivo come come vedremo non le si additerà molto): era legata al cambio del dollaro con un rapporto di 1:1. TerraUST non era appoggiata a blockchain esistenti ma aveva una sua catena di blocchi indipendente. A differenza di altre stablecoin come la più famosa Tether ( USDT) il valore del sottostante non era la valuta dollaro di per se ma bitcoin. Oltre a TerraUST c’era Terra(LUNA) un altro token proprietario che non era ancorato a nessun valore predeterminato il suo prezzo veniva deciso dall’incontro domanda-offerta ed aiutava a mantenere la stabilità con dollaro di UST. Dietro a Terra c’era una “Fondazione” ( leggi società) che ne gestiva l’andamento cercando di tenere stabile appunto questo rapporto. Come? Se il valore di UST superava il dollaro USD, una quantità di LUNA viene “bruciata” (eliminati token dal mercato) per fornire la liquidità necessaria a ripristinare il “peg” –  ovvero l’accoppiamento 1:1 col dollaro. Ed è questo costante ritiro dalla quantità iniziale di LUNA che rendeva il token interessante per gli investitori perché ne diminuiva l’offerta. Se invece la stablecoin TerraUST scendeva sotto il dollaro, ad essere bruciata è una certa quantità di UST. L’obiettivo primario era aumentare l’offerta di UST nel tempo e diminuire la quantità di LUNA.

Nell’ecosistema TERRA, gli utenti potevano sempre scambiare LUNA con UST, e viceversa, al prezzo garantito di 1 $ indipendentemente dal valore di mercato di quel momento. Per incentivare a detenere UST, la Fondazione garantiva un interesse sulla detenzione per l’holding pari al 20% annuo ( Anchor Protocol )

In questo modo artificioso stava in piedi il sistema. Quello che dava fiducia inizialmente è che la Fondazione si diceva essere in possesso di grosse quantità di bitcoin in modo da tamponare qualsiasi necessità. Queste “grosse quantità” alla fine si è scoperto non essere così grosse.

Il crac di Terra Luna : il dualismo distrutto dei token UST e LUNA

L’attacco al sistema Terra Luna

L’attacco finanziario (non informatico) sferrato nei confronti della Luna Foundation Guard è stato orchestrato da tempo e da un prestito iniziale considerevole, visto che si parla di 100.000 BTC  per costruire una posizione di short, scommettendo sulla caduta del prezzo di Bitcoin. Per prima si è venduto grosse quantità di UST cercando ( e riuscendoci) di rompere l’accoppiamento con il dollaro perchè la Fondazione non è riuscita a vendere in altrettanta velocità il bene sottostante bitcoin per mantenere la parità. Il 9 maggio 2022 si è creato il panico finanziario. Il che ha indotto i detentori e gli investitori di Terra Luna a disfarsene generando vendite incontrollate che hanno portato al fallimento del sistema UST ed il suo token LUNA. Scatenando agitazione sui mercati, l’intero comparto ha subito perdite e gli speculatori dietro l’attacco hanno potuto comprare a un basso prezzo bitcoin concludendo la posizione di shortage. 

TERRA LUNA è praticamente morta mentre Bitcoin è ancora vivo

Non si sa di per certo chi si sia stato dietro l’attacco ma sinceramente poco importa. Se l’obiettivo era minare la fiducia di molti nel sistema un pò ci si è riusciti. Almeno per i trader giornalieri. Se per TERRA LUNA è stata una disfatta, per Bitcoin le cose non sono cambiate (a parte oscillazioni sul prezzo). Abbiamo assistito all’ennesimo tentativo di distruggere Bitcoin con esito negativo. Anzi se questi grandi speculatori hanno orchestrato questo attacco per comprare bitcoin ad un prezzo “scontato” questo la dice lunga sulla credibilità che ha Bitcoin cioè di asset desiderato. In caso contrario avrebbero potuto comprare con lo shortage qualsiasi altro asset ma guarda a caso hanno scelto proprio la prima criptomoneta.

Seppure nelle prese per costruire una nuova TERRA LUNA 2.0 la Fondazione ha perso tutta la sua credibilità dopo il crack TERRA LUNA

Ci sarà ancora futuro per stablecoin ?

La domanda che in molti si chiedono dopo il crac di terra luna è le stablecoin nel loro insieme sono affidabili o meno. La forza di Bitcoin è la sua decentralizzazione mentre stablecoin per definizione sono sistemi centralizzati dove c’è sempre un’azienda a controllare – in teoria – che i flussi di cassa tornino. Ovvero che quanti token vengono emessi ci sia altrettante riserve ( 1:1 ) con il bene sottostante nei caveat della Società. Chi va a verificare che effettivamente ci siano queste riserve? Ci si deve fidare da un altro organo che ha chiari conflitti di interesse nel garantire che quanto la società dichiara è quanto tiene in cassa?

Bitcoin non è nulla di tutto ciò. E’ moneta virtuale. Non ha un sottostante. L’unica legge a cui si fa è il suo algoritmo. E negli ultimi 14 anni di vita è stato praticamente inattaccabile. 

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